Neuromanagement: una nuova disciplina scientifica?
Management, scienza e multidisciplinarità: ecco di cosa parla il libro Neuromanagement (Franco Angeli editore, 2016) di Gian Carlo Cocco, che mira alla creazione di una nuova disciplina a cavallo tra Neuroscienza ed Economia Comportamentale. Ne analizzo le basi teoriche, sperando che possano portare a un ulteriore approfondimento e sviluppo di questa nascente disciplina.
Essere manager oggi significa non avere un modello strategico solido su cui fare affidamento nella presa delle decisioni aziendali.
Le scienze del management odierne « si stanno rivelando sempre meno credibili. Non è possibile affrontare le scelte strategiche d’impresa, la definizione del disegno organizzativo più coerente e le modalità per ottimizzare il comportamento dei manager e degli operatori facendo riferimento ad approcci scientifici e metodologici che risalgono, in molti casi, da cento a cinquant’anni fa » (p.15), almeno così sostiene Gian Carlo Cocco, consulente e formatore dei futuri manager in Italia, nel sul libro “Neuromanagement, per una nuova scienza del management“ edito dalla Franco Angeli nel 2016.
Questi approcci scientifici, infatti, si sono rilevati poco utili durante l’attuale crisi economica, non fornendo strumenti efficaci per fronteggiare i complessi mutamenti macroeconomici e lasciando spaesati i manager di tutto il mondo proprio in un momento di grande difficoltà.
Una nuova scienza multidisciplinare
È per questo che Cocco ritiene essere necessario aggiornare la linea teorica manageriale, integrando due discipline apparentemente slegate tra loro, le Neuroscienze e l’Economia Comportamentale, per costruire una nuova branca scientifica: il Neuromanagement.
In questo modo si garantirebbe la valenza scientifica, quindi “obiettiva”, dei modelli applicati dai manager, mantenendo aggiornata la disciplina grazie alle numerose ricerche odierne riguardanti queste due aree scientifiche...